Estratto:
Si acquattò al riparo dei cespugli e cercò di calmare i battiti del suo cuore.
Ora poteva osservare la figura intenta a tagliare qualcosa con un coltello: i piccoli pezzi cadevano in una ciotola che teneva in grembo.
Con un gesto improvviso l'uomo si alzò, rivelando un'agilità sorprendente per un vecchio canuto, si avvicino alla pignatta che borbottava sulla fiamma e vi lasciò cadere dentro ciò che aveva appena finito di tagliare.
Con un lungo mestolo di legno rigirò gli ingredienti e si portò alla bocca un boccone fumante.
«Ottimo! È quasi pronto! Cara Blanche, tu e il tuo amico avete già riempito lo stomaco e adesso tocca a me! Non pensavo di essere così affamato fino a quando non ho sentito il profumo dello stufato. Con l'aggiunta di un po' di Fungo della Vita sarà un piatto da fare invidia alla cucina di un re».
Il vecchio aveva parlato con il suo cavallo, anzi, giumenta, visto che l'aveva chiamata Blanche.
Senza un reale motivo sentì la tensione e la paura che si allentavano.
Chi era capace di rivolgersi in modo così gentile e familiare ai suoi animali non poteva essere una persona malvagia.
Il vecchio si risedette e cominciò ad armeggiare in una sacca che teneva accanto.
Ne estrasse un'altra ciotola di legno e un paio di cucchiai, anche loro di legno.
Poi la sua voce profonda e gradevole echeggiò ancora nella foresta.
«Allora, ragazzo! Non sei ancora stanco di girarmi intorno come un avvoltoio? Lo stufato di coniglio è quasi pronto e ce n'è a sufficienza per tutti e due. Ti consiglio di non rinunciarci perché non avrai altre occasioni per assaggiare una simile prelibatezza».
Harald rimase senza fiato. Era a lui che lo straniero si era rivolto, come se lo stesse aspettando per un invito a cena.
Era sicuro di non aver fatto il minimo rumore, né poteva averlo visto perché non era mai uscito dalla protezione degli alberi. Chi era mai quell'uomo che, semplicemente fermandosi in una radura e preparando la sua cena, aveva dato mostra di possedere grandi poteri?
Una parte della sua mente gli suggeriva di darsela a gambe con tutta la velocità di cui era capace, ma il desiderio di sapere ebbe il sopravvento, e lui rimase lì, piantato come un piolo, con la mascella cadente e gli occhi sgranati. «Avanti, ragazzo! Non continuare a fissarmi la nuca e fatti vedere! Non ho alcuna intenzione di farti del male e poi dobbiamo parlare. Io ho tante domande da fare a te e tu ne hai altrettante da fare a me. Potremo soddisfare la curiosità di entrambi davanti ad un piatto fumante invece che giocare a rimpiattino».
Harald si riscosse, si drizzò in piedi e costrinse le sue gambe, improvvisamente malferme, a muoversi verso il fuoco e il misterioso personaggio che l'aveva appena invitato a dividere la sua cena.
Biografia autore: dopo ben vent'anni di onorato servizio come insegnante, Piero Iula decide di diventare un artigiano e insieme alla sua famiglia mette su la migliore ditta di produzione di "figurini storici da collezione" d'Italia; modelli creati con una maestria tale da poter essere considerati delle vere e proprie opere d'arte. La stessa cura e attenzione per i dettagli si possono ritrovare nelle storie che Iula inizia a scrivere, dopo una altrettanto onorata carriera di lettore: Verne, Stevenson, Salgari e infine l'incontro con Tolkien che lo avvicina definitivamente al genere fantasy e lo ispira nella stesura de “I Fuochi Danzanti”; ponderosa saga di ben 180 capitoli e 1200 pagine, che vanno a comporre la tela su cui Iula non ha fatto altro che dipingere il suo immaginario.